Così è (se vi pare)

Lo spettacolo diretto da Luca Fusco, tratto dal testo di Luigi Pirandello, ha inaugurato la nuova stagione del Teatro Stabile di Catania

Elisabetta Maria Teresa Santonocito

Tante "finestre" quante le interpretazioni di uno stesso dramma si aprono su una platea di personaggi: sulla scena una poltroncina da un lato e qualche sedia dall’altro, pronte ad accogliere i protagonisti-spettatori.

Alle intricate dinamiche della vicenda riguardante il signor Ponza, la signora Frola e la misteriosa moglie-figlia chiusa a chiave, si intrecciano i pettegolezzi e le dicerie degli abitanti del paese. Tutto ruota intorno a una sola domanda: “qual è la verità?”.

Mentre il signor Ponza e la signora Frola si accusano a vicenda di follia, fingendo di reggere il gioco dell’uno e dell’altra e venendo chiamati come imputati (o attori) a fornire la propria versione dei fatti, le verità si moltiplicano tra i presenti e nulla sembra più seguire il filo della razionalità, anche per gli altri protagonisti-spettatori che cominciano a credersi in un mondo di specchi.

Solo uno non sembra agitato dall’infinito capovolgersi delle vicende, e cerca invano di avvicinare anche gli altri alla propria serenità. Si tratta di Lamberto Laudisi (interpretato magistralmente da Eros Pagni), personaggio che incarna lo stesso Pirandello e che interviene con pungente ironia o prorompe in ambigue risate. 

Laudisi punta il dito contro lo specchio, litiga con i suoi fantasmi e si chiede se sia davvero così importante, o anche solo possibile, stabilire un discrimine tra reale e non-reale. È lui il ‘sano’ in una generale fantasmagoria o, invece, è anch’egli l’ennesimo spettro che prende vita sulla scena?

Alla verità si giunge soltanto alla fine quando, dalla platea fin sul palcoscenico, interviene come imputata (o come attrice) la moglie-figlia coperta da un velo, e si scopre che, come suggerito già da Laudisi, ‘la’ verità sola ed unica non esiste, ma esistono molteplici verità, tutte ugualmente valide. Per lo stesso motivo non si possono conoscere a fondo gli altri, ogni visione è filtrata da uno sguardo e da un punto di vista personali e non corrisponde a quelle altrui.

Un finale aperto che getta con forza anche gli spettatori nel relativismo conoscitivo proprio dell’autore. Chi è chi? Chi è persona e chi personaggio? Una risata, ancora di Laudisi, echeggia in scena, “Ed ecco signori come parla la verità! Siete contenti?”.

La regia di Luca De Fusco prende avvio dalla teoria della "stanza della tortura" che Giovanni Macchia formulò intorno allo storico spettacolo diretto da De Lullo con la “Compagnia dei giovani” (Romolo Valli, Rina Morelli, PaoloStoppa, Rossella Falk e Anita Bartolucci, Signora Sileri un tempo, ora nelle vesti di Frola), e costruisce un ponte ideale verso un grande classico che sa ancora parlare alla contemporaneità (in chiave kafkiana), riuscendo a toccare la ‘corda civile’ che esiste dentro ciascuno di noi.