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Radioso di giovinezza e di gloria: sulle orme di Vincenzo Bellini

di Chiara Racalbuto (redazione web) e Zammù TV

In video, un tour virtuale alla scoperta della Catania del Cigno, in cui il giovane compositore nacque e scrisse le prime opere


Il 3 novembre di 220 anni fa, in una stanza del Palazzo Gravina Cruyllas, all'angolo tra piazza San Francesco e via Vittorio Emanuele, veniva al mondo un bambino destinato a diventare un Cigno. Inizia così la storia di Vincenzo Bellini, uno dei più celebri compositori e operisti dell'Ottocento, illustre figlio di una Catania che l'ha formato e che, ancora giovanissimo, lo ha dovuto salutare, per lasciarlo partire alla conquista delle scene musicali europee.

Più di due secoli dopo, la figura di Bellini, le cui spoglie riposano al Duomo di Catania, è ancora viva nella sua città natale. Il Teatro Massimo porta il suo nome, così come l'Istituto superiore di studi musicali di alta formazione, la Villa comunale e persino l'aeroporto. A Catania il giovane compositore, prima di trasferirsi a Napoli, al Real Collegio di Musica di San Sebastiano, scrisse 10 opere di musica sacra e profana, analizzate dalla musicologa dell'Università di Catania Maria Rosa De Luca nel volume "Gli spazi del talento - Primizie musicali del giovane Bellini" (Olschki, Firenze 2020).

Dal volume, che ripercorre gli anni giovanili del Cigno catanese, nasce il video "Sulle orme di Bellini - On Bellini's path", realizzato da Nicol Oddo e Giuseppe Sanfratello, dottorandi del Dipartimento di Scienze umanistiche dell'Università di Catania, in collaborazione con Zammù Tv, un tour virtuale in lingua inglese che ci conduce nei luoghi in cui il giovane Bellini ha vissuto e dove ha cominciato il suo apprendistato (la casa natale Museo civico belliniano, il Duomo, la Chiesa di San Nicolò l'Arena, con l'organo di Donato Del Piano al quale probabilmente si esercitò, la Chiesa di San Francesco Borgia in via Crociferi, il Palazzo Biscari) e in quelli che a lui sono legati (il Giardino Bellini e soprattutto il Teatro Massimo, in cui, nella stagione lirica 1950/51, Maria Callas incantò il pubblico cantando ne "I puritani", "Norma" e "Il pirata").

Le immagini sono impreziosite da alcuni brani tratti dalle opere di Bellini e dalle esibizioni del soprano Ludovica Bruno e della flautista Eugenia Cantone.